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giovedì 20 ottobre 2016


EDITORIALE: Sinagoga potentium (ps. 85), sul senso e i paradigmi evangelici della 'cortigianeria'
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L'evangelista san Giovanni, al capitolo 19 del suo Evangelo, inquadrando le parole proferite dal sommo sacerdote Caifa dentro la cornice del Litostrato, mette in luce e smaschera tutta l'ipocrisia della vecchia sinagoga, che pur di difendere la propria posizione se ne infischiava altamente di verificare se in Cristo davvero si realizzavano le promesse messianiche. Troppo preoccupati delle sovrastrutture legalistiche e precettuali che garantivano loro una discreta sopravvivenza ed un ruolo sociale tutt'altro che marginale nella società ebraica.

Ecco dunque, nella concitata drammaticità del racconto giovanneo, il disperato e nervoso tentativo di Caifa, modello degli ipocriti di tutti i tempi, di spingere Pilato, simbolo e corifeo per eccellenza degli ignavi di ogni epoca, a pronunciare una ingiusta condanna facendo leva sull'opinione pubblica che avrebbe fatto arrivare a Roma - guardate che coincidenza - la sua eco, facendogli forse perdere il favore del potente di turno, in quel caso l'imperatore.
Ed ecco servito un bel cocktail di ignavia, ipocrisia e servilismo.

Dato che oggi va di moda - forse troppo - mettere al centro della vita della Chiesa la "Parola" (anche se a volte poi si dimentica il genitivo epesegetico: di Dio), mi è sembrato opportuno partire proprio dal racconto evangelico per inquadrare un evento di cronaca che ben si rispecchia nel solco tracciato da Caifa e Pilato.

Sto parlando dell'articolo apparso qualche giorno fa sulla Stampa a firma di Tornielli e Galeazzi, il quale tenta di tracciare una lista di proscrizione dei siti e blog che - A LORO DIRE - sarebbero ostili al regnante Pontefice e simpatizzanti satelliti mediatici del presidente russo Putin.

Frequentando spesso e volentieri tali blog, che per me sono una fonte incontaminata di notizie che potremmo a buon diritto chiamare di "contro-informazione", dal momento che esprimono con chiarezza anche tematiche e notizie irrintracciabili sulla stampa comune e comunque su quella che sembra ormai la "stampa di regime", ho sempre ravvisato profonda oggettività nell'esposizione delle opinioni, oggettività, appunto, suffragata da prove documentarie del magistero, della storia ecclesiastica, dei Padri e così via. Accanto a ciò, un profondo rispetto per il Santo Padre, il quale - è da ricordare - chiede spesso di esprimersi con "parresia", quella franchezza e schiettezza tutta evangelica che è aliena del tutto dai compromessi e dalle ambiguità tipiche di chi, per superbia o per tornaconto, ha paura di esprimersi celandosi dietro la mesta patina di una finta umiltà, obbedienza e qualsiasi altro comportamento peccaminoso travestito da virtù.

Che la vita della Chiesa stia attraversando l'ora delle tenebre è sotto gli occhi di tutti i normodotati che amano il Corpo Mistico. 
Chi non se ne vuole accorgere sono i cialtroni e gli ipocriti che, come Caifa, sanno che l'ora della "sinagoga potentium", la sinagoga dei potenti, è tramontata, che è finito il tempo delle sovrastrutture e il Re sta pulendo la sua aia e che il campo della Chiesa sta per essere cribbiato come il frumento. Ma questa gente è scaltra, è inchiodata al ruolo che occupa, ai privilegi di cui gode, e come Caifa, ancora una volta, non è minimamente interessata al punto di vista di Dio, semplicemente perché non gli interessa, vivendo un cristianesimo naturalista e devoto che è tutto immanente e per nulla trascendente, una religione umana e antropologica, per  nulla divina e tutta incentrata sull'uomo e sulla sua vita e felicità su questo mondo.

Allora, quando le argomentazioni logiche, teologiche, apodittiche non bastano più (perché in realtà non ve ne sono: contra factum non valet argumentum, la realtà è superiore alla discussione), allora si ricorre all'astuzia di inoculare malignamente nel cuore degli ignavi, dei falsi prudenti, di chi insomma, come Pilato, non sa che pesci pigliare per salvaguardare la sua poltrona, allora - dicevamo - non serve che paventare il pericolo di distaccarsi dal potente di turno, fosse anche il sommo Pontefice. 

Questa è la tattica utilizzata dalla Stampa da Tornielli e Galeazzi. 
Questo è il sistema dei pronipoti di Voltaire: "calunniate, calunniate che qualcosa resta sempre attaccato".
Qui, parlando della vita della Chiesa, quello che c'è in gioco non è un modo di pensare o una diversa prospettiva da cui guardare le cose; no. Quello che c'è in ballo è la nostra adesione o meno alla Verità, che - lo sappiamo - non è un concetto astratto, ma la Persona stessa di N.S. Gesù Cristo.

Una cosa, nel quarto Vangelo, accomuna Pilato e Caifa: il loro comune DISINTERESSE alla Verità, originato dalla medesima volontà ipocrita di essere sempre e comunque sul carro del vincitore. 
"Quid est veritas?" che cos'è la verità - domanda Pilato - salvo poi voltare le spalle  alla Verità ed entrare a piè pari nel regno del compromesso e della menzogna.

Ai due articolisti della Stampa sembra non  importare dove stia la verità, ma fare di tutta l'erba un fascio ergendosi proprio su quel pulpito da cui si insegna ad accogliere, non giudicare, essere misericordiosi, includere ecc. ecc. 
Cari Tornielli e Galeazzi, la Pulzella questa volta vuole prendere a prestito le parole di quella servetta nel freddo cortile del sommo sacerdote che smascherano il tradimento del primo Pietro: "la tua parlata ti tradisce!"


Sia lodato Gesù Cristo!


Ci scusiamo per la pessima qualità grafica ma sembra che qualcuno si diverta a boicottare questo articolo!
In attesa di migliorarlo!


mercoledì 5 ottobre 2016



FORLI' - VERBA MOVUNT... E BASTA!

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Vorrei proporre alcune riflessioni di carattere generale sulla triste vicenda della chiesa negata ad un gruppo di fedeli legati alla Liturgia di sempre.

Non mi interessa dare un giudizio sulle persone implicate nella vicenda, ma solo formulare una riflessione sull'atteggiamento di chiusura dimostrato dal Vescovo di Forlì nei confronti della Santa Messa tradizionale.

Ormai è di dominio pubblico il netto rifiuto del Presule nel concedere la chiesa di San Francesco, presto o tardi che sia, destinata all'oblio ad un gruppo di fedeli che - oltre che accollarsi le spese di ordinaria manutenzione (di solito pecunia non olet) - che non chiedono altro che "fare l'esperienza della tradizione".

Risultati immagini per messa tridentinaSi prende a pretesto i non risolti rapporti tra la Santa Sede e la Fraternità Sacerdotale di San Pio X, come se la santa Messa fosse appannaggio stesso della Fraternità e non il più alto atto latreutico pubblico attraverso il quale N. S. Gesù Cristo si offre al Padre come Vittima purissima per la salvezza del mondo e a beneficio della Chiesa intera. Primo errore teologico del presule.

Si ignora l'esistenza del Motu Proprio Summorum Pontificum, che insistendo sul fatto che MAI venne abrogato il Messale detto di San Pio V, permette a qualsiasi sacerdote di celebrare con questo venerabile rito senza licenza di chicchessia. Secondo errore disciplinare e teologico.

Risultati immagini per messa tridentina tra le macerieNon si tiene conto della gravissima profanazione, ormai tristemente nota, di infedeli invitati a predicare, cantare o cos'altro la falsa fede in un dio che non è il Dio rivelato da N. S. Gesù Cristo, per la cui gloria solamente sono edificate le chiese cattoliche; DETTO ALTRIMENTI, si ignora il gravissimo peccato contro il I comandamento del Decalogo perpetrato in centinaia di chiese per colpa di tanti consacrati. 

Non si tiene conto minimamente del fatto che le chiese siano mantenute con i denari delle offerte dei fedeli, e che preti e vescovi non sono dispotici proprietari, ma dovrebbero essere solo "umili amministratori".

Non si ricorda affatto che centinaia di chiese cattoliche siano state "date" alle comunità ortodosse perché vi celebrino la divina liturgia, pur essendo la loro "situazione" IRRISOLTA dal 1054, anno dello scisma d'oriente.

Non ci si rende conto (cosa gravissima il dissociarsi dalla realtà) che la maggior parte delle parrocchie, delle famiglie e dei singoli ha ormai perso la fede e che le Messe (secondo il nuovo rito) sono DISERTATE; che la gente vive come se Dio non esistesse.

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Non si considera infine quella sfilza di espressioni tanto vuote quanto ipocrite di cui taluni Prelati sogliono riempirsi la bocca ingozzandosi di vento, quali:
- accoglienza
- inclusivismo
- discernimento
- fratellanza/ fraternità
- comunità ecclesiali
- anno santo della misericordia
- ultimi
- poveri
- emarginati
- periferie
- profughi
- ecc. ecc.

salvo poi colpire con la clava di una supposta "misericordia" che poco o nulla ha a che fare con quella vera ordinata dalla Verità e dalla Carità che è l'unica voluta dal Signore, coloro i quali non si allineano al sistema della "misericordiosa dittatura" che trova spazio per cani e porci (compresi eretici, pagani, massoni, pervertiti di tutte le salse...) TRANNE  che per quei figli che mai si allontanarono dalla casa paterna (cit. Leone XIII) e che sono legati alla perenne ed immutabile Tradizione della Chiesa.

Francamente, essendo oggi la festa del Serafico Padre San Francesco, vorrei chiosare -secondo una sua abituale espressione- :
verba movunt, exempla trahunt.
Le parole commuovono, ma gli esempi trascinano.

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Se questi sono i frutti e l'esempio di tanta indulgente accoglienza di chi si riempie la bocca delle parole di cui sopra... beh, TENETEVI LA VOSTRA MISERICORDIA secondo i desideri del vostro cuore ma non secondo quelli del Cuore di Dio.

Sia lodato Gesù Cristo