GENDER
ossia
Alcuni rapidi passaggi per inquadrare sotto un profilo diverso il perché del NO che ogni cristiano (e ogni uomo di buon senso, cioè che si avvale della logica come uno strumento "di serie" e non come di un "optional") deve dire all'ideologia del GENDER.
Non stiamo in questa sede a specificare tutte le caratteristiche dell'ideologia del genere (gender); per i nostri lettori sarà sufficiente consultare articoli più specifici su ottimi siti e blog quali "la Nuova bussola quotidiana", Chiesa e post concilio, Riscossa Cristiana, il Timone ecc. ecc.
Quella che stiamo per presentare è una rapida sintesi di un campo in cui filosofia, teologia, antropologia e politica si incontrano in un singolare crocevia: la relazione.
Qualche spunto di riflessione in più dunque per mettere a fuoco l'iniquità (antropologica prima di tutto) perpetrata da certi disegni di legge.
La RELAZIONE è una delle categorie attraverso le quali il grande Aristotele descrive l'essere, la quarta per esattezza (sostanza qualità quantità relazione agire subire dove quando avere giacere); secondo lo Stagirita essa sarebbe la meno importante tra le tutte al fine della comprensione dell'essere, in quanto - almeno nella visione pagana propria di Aristotele - essa sarebbe del tutto accidentale (cioè irrilevante, non necessaria).
La straordinaria definizione che l'apostolo Giovanni dà di Dio nella sua prima lettera, ossia "Dio è Amore" (lett. dal greco agape, amore assoluto), stravolge completamente l'orizzonte della relazione in quanto categoria.
L'amore infatti, per necessità intrinseca (per una condizione cioè senza la quale si cadrebbe in contraddizione), richiede sempre una "alterità dei soggetti": affinché ci sia l'amore è necessario che ci siano almeno due persone. In Dio cioè, in quanto Santissima Trinità (che è quello che specificamente Gesù è venuto a proclamare sulla terra, ossia la vita intima di Dio) la sostanza e la relazione coincidono.
Terzo passaggio. Se in Dio sostanza e relazione coincidono, dobbiamo osservare pure un altra cosa: in base alla relazione tra le persone divine ne otteniamo l' IDENTITA' (il Padre è Padre in relazione al Figlio, il Figlio è tale in relazione al Padre ecc.). Questo ci permette di dire in maniera certa che - nella vita trinitaria - dalla categoria della relazione deriva l'identità, o meglio, identità e relazione siano indissolubilmente legate (i teologi direbbero che la Cristologia è ratio cognoscendi della Trinitaria come la Trinitaria è ratio essendi della Cristologia).
Quarto passaggio. Poniamo per ipotesi lo stesso postulato calandolo nell'antropologia: se dalla relazione deriva l'identità, da qui deriva pure la risposta alla domanda "chi sono io?".
Se così fosse (e lo è) la nostra autocoscienza è inscindibilmente legata alle relazioni che ci circondano, come per esempio il nostro nome e cognome ci colloca all'interno di una relazione dalla quale siamo stati generati, quella di nostro padre e nostra madre; la nostra identità dipende, più in generale, da una serie di relazioni (essere figlio, fratello, amico, padre ecc. ecc.) che descrivono chi noi siamo e quale posto occupiamo nella vita e nella società.
Insomma, dal punto di vista dell'essere le relazioni dicono molto di noi, di chi noi siamo.
Eccoci dunque al nodo cruciale: se dalla piena comprensione delle relazioni che ci circondano DERIVA la piena comprensione della nostra identità e della nostra autocoscienza, attraverso l'ideologia del GENDER metteremmo in crisi tutto questo sistema di cose, già duramente colpito dalle leggi che hanno minato la solidità della famiglia e della vita naturale (es. divorzio, aborto, femminismo...).
Permettendo a questa pestifera ideologia (che abolisce la diversità complementare di genere tra uomo e donna) di penetrare nella società e nella scuola, creeremo UNA SERIE INFINITA DI PERSONE INFELICI che non sapranno più riconoscersi come uomini o donne in un percorso che è quello antropologico- cristiano che ha alla base del proprio credo esattamente la piena comprensione delle identità e delle relazioni uomo- Dio e uomo- uomo.
Se questa perversa visione delle cose attecchirà, allora avremo messo una quantità enorme di innocenti nella impossibilità morale di sapere CHI SIAMO E COSA SIAMO AL MONDO A FARE, quindi avremo partorito una generazione di DISPERATI.
Il GENDER non è solamente una perversa ideologia, ma l'attacco forse meglio architettato con cui si vuole attaccare Dio, che nella creazione dell'uomo come essere relazionale riflette un non piccolo barlume della sua vita trinitaria, quella cioè che Gesù Cristo è venuto a spalancare all'umanità attraverso il sacrificio della Croce.
Siamo già disperati e soli, attaccati ai media che ci permettono una vita virtuale in cui tuffarci e cancellare tutte le frustrazioni, creandoci un mondo parallelo inesistente, tipo Avatar, in cui possiamo mentire sull'età, sesso, fotoshop che ci rendono belli, eternamente giovani e dialoganti con la nullità pari che ci risponde, non ci sono interrelazioni, basta vedere la gente seduta a tavola che mangia distrattamente giochicchiando col telefonino, droga assai potente, poi ti fanno credere che tutto è possibile colla tecnologia. cambiare sesso, fabbricare bambini secondo desiderata, se non vengono bene, si scartano, A brave new world in essere, Huxley, Kalergi, Soros e tutti coloro che li appoggiano, i distruttori del mondo, e non si può certo dire che l'attuale CC si opponga, anzi.....almeno Papa Benedetto li denunciava questi problemi, ma lui era scomodo, difficile ed antipatico.....poi tedesco, non sia mai. Facce senza volto e corpi senza anima, come il quadro postato. Complimenti per l'articolo, al momento stiamo perdendo la battaglia, speriamo di vincere la guerra, con l'aiuto del Signore.
RispondiEliminaCome vede l'orario infelice nel quale ho pubblicato il post e il taglio divulgativo che ho scelto non mi hanno reso possibile di essere più analitico e sviluppare meglio tutti i passaggi logici che coordinano tutte le affermazioni che ho fatto, ma garantisco l'onestà intellettuale che fa nascere queste riflessioni; se avrò più tempo non mancherò di approfondire in maniera sistematica il mio pensiero ulteriormente. Per quanto riguarda Benedetto XVI con me sfonda una porta spalancata: lo considero un "gigante" nella storia cristiana e personalmente - quanto a umanità e crescita spirituale - è stato ed è la stella polare della mia vita di cristiano "adulto" e non "adolescente", come vorrebbe una certa ecclesiologia per il popolo di Dio!
RispondiEliminaPer quanto riguarda la battaglia, non dimentichiamo mai: OMNIA POSSUM IN EO QUI ME CONFORTAT!
grazie dell'incoraggiamento e se può - se potete cari lettori - dica una preghiera per questa umile voce della Pulzella.