Qui pascitur inter lilia
Ordinaria storia
di Gigli calpestati
Una delle carte vincenti del pontificato di San Pio X fu certamente quella di anticipare l'età in cui ammettere i bambini alla prima Comunione, ponendo come condizione generale la capacità di distinguere il pane comune dal Pane eucaristico. Scelta che produsse una serie di piccolissime anime belle, da Nennolina Meo a Carlo Acutis, un "hortus conclusus" di Gesù attraverso il quale tanta luce e tante grazie si sono irradiate sulla Chiesa intera.
Oggi numerose diocesi, all'interno dei "nuovi" piani pastorali, tentando infantilmente di evitare la fuga dalla frequenza alla Santa Messa e dal catechismo, impongono ai parroci l'unificazione dei sacramenti della Comunione e della Cresima tra la quinta elementare e la prima media, con l'inevitabile innalzamento dell'età per accostarsi al Sacramento dell'altare.
alcune considerazioni:
- In primo luogo, secondo il vigente diritto canonico, quando un soggetto è "capace" di ricevere e comprendere un sacramento avendone le debite predisposizioni e condizioni, un sacerdote non può (e non deve) differire la ricezione del sacramento stesso ( a questo proposito abbiamo già accennato alla condizione generale posta da san Pio X).
- In secondo luogo, sappiamo che un sacramento, pur rimanendo OGGETTIVAMENTE un segno efficace della Grazia, ha pure un aspetto soggettivo che ne può diminuire o cambiare l'effetto a seconda delle disposizioni del ricevente (esempio: chi riceve la Comunione in stato di peccato grave consapevolmente, compie un sacrilegio e secondo le parole di san Paolo mangia e beve la propria condanna).
- Terzo, forse sarebbe utile, più che compilare freddi "piani pastorali" sovente fatti a tavolino da burocrati che di oratorio e vita pastorale prativa ne hanno fatta poca, ritornare a una seria revisione dei testi del catechismo.
- Quarto, smetterla di trattare i bambini da MINORATI mentali, propinando loro noiosissime ore di catechismo con testi per NON normodotati, infarciti di disegni e giochini idioti che fuori dalla ricreazione dell'asilo infantile perdono totalmente la loro ragion d'essere.
- Quinto, non bisogna affidare la lezione di catechismo a gente impreparata, sia culturalmente che umanamente, tipo le ragazzine di 16/ 17 anni che confondono Gesù che parla con Abramo e che - qui la Pulzella parla apertis verbis (cioè va giù piatta) - con i propri morosetti ne fanno di cotte e di crude (garantisco che non sono esempi inventati) e poi vanno a insegnare il catechismo a chi dovrebbe imparare l'arte del vivere cristiano.
- Sesto, occorre insegnare ai bambini a "mettersi " alla Presenza di Dio, portarli davanti al tabernacolo e lasciare che Gesù stesso porti a compimento quello che è iniziato nella lezione di catecismo.
- settima e ultima considerazione: sappiamo bene quanto il mondo sia perverso e quanta facilità c'è oggi nell'accostarsi a questa perversione attraverso televisione e internet, veri propagatori di scandalo, PORNOGRAFIA e cattivo esempio tali da macchiare in fretta il candore battesimale che i nostri bimbi possiedono in virtù di questa età di grazia.
Ciò, con l'aumentare l'età in cui accostarsi alla prima Comunione, impedisce - soggettivamente - la possibilità a Gesù di infondere tutta la ricchezza e l'efficacia che la Santa Eucaristia sa trasfondere nel cuore dei più piccoli!
Lo sanno bene i sacerdoti che praticano esorcismi: l'unico sinceramente contento di questi "piani pastorali" (già il nome stesso rievoca scenari di marketing più che cura delle anime) è il demonio.
Il vero modo per condurre le anime a Dio, specialmente quelle dei più piccoli, non è certo quello di inventare nuove strategie (di mercato) ma quello di mettere le persone stesse in grado di "fare" esperienza di Dio, nella bellezza e nella trascendenza con cui i sacramenti della Chiesa, da soli, gettano una luce carica di senso sull'orizzonte terreno degli uomini!
I testi per ipodotati con disegnini idioti vengono, ahimè, usati anche per i corsi prematrimoniali, quanto alle catechiste e catechisti o dir si voglia animatori di feste di compleanno, in molte parrocchie si fanno settimane di convivenza in case famiglia, dove ragazzini in piena esplosione ormonale, si trovano a dormire, si fa per dire, a stretto contatto ed in promiscuità, non ci vuole molta fantasia e nemmeno tanti giornalacci, è tutto alla luce del sole.....
RispondiEliminacredo che abbia ragione ahimè...
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