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mercoledì 6 gennaio 2016

Pusillus grex (parte seconda)

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Come deve comportarsi il "piccolo gregge"?
Dopo l'analisi delle problematiche che abbiamo svolto nel corso della prima parte di questo articolo, passiamo ora in termini pratici ad alcuni suggerimenti circa il comportamento che ogni buon cattolico dovrebbe applicare nelle varie contingenze della propria vita cristiana.

1) amore e preghiera
Va da sé, questo tra tutti è il punto più scontato. Amare e pregare per la Chiesa è il modo più alto e nobile per sentirsi parte del Corpo mistico e per aprirsi ad un amore universale (cattolico appunto) che ci permetta di abbracciare tutta l'umanità.

2) cercare di combattere "l'Ignoranza religiosa"
Essa può essere di due categorie: colpevole o non colpevole. C'è una situazione per cui spesso i cristiani sono digiuni dei fondamenti del loro Credo, e ce n'è una peggiore ancora per cui i cristiani a digiuno di dottrina non fanno alcunché per acquistarla.
Ora è prima di tutto necessario essere uomini e donne di "buona volontà". Non a tutti è dato o è richiesto di diventare scienziati né teologi, tanto più che il modello più alto di vita cristiana che Gesù pone - fisicamente - al centro del collegio apostolico sono i fanciulli (la piccola via, in questo senso, ne è un grande esempio).
A tutti, in forza del battesimo, è richiesto però di istruirsi in ciò che è costitutivo della vita cristiana e per fare ciò occorrono almeno tre cose:

- chi ci parli di Dio (i maestri)
- gli scritti (la Sacra Scrittura, il catechismo ecc.)
- l'esperienza diretta della Vita divina (i santi sacramenti)

La nostra epoca, lo sappiamo bene, ha una carenza endemica di buoni maestri; i genitori spesso adempiono poco e male al loro dovere di essere "custodi" della fede che hanno chiesto per i loro figli nel Battesimo. I sacerdoti - ne abbiamo già parlato - saepe reliquunt opera sua. L'unica testimonianza ancora credibile - in quanto a maestri nella fede - resta ancora quella dei Santi. Si, questa è ancora una delle poche esperienze di fede CREDIBILE. Questa è davvero una sorgente incontaminata.
E' necessario, oggi in questo vuoto formidabile, nutrire la nostra fede più che mai con quel solido cibo di cui era ricca l'omiletica antica: l'Agiografia.
Queste letture fanno bene, sono un "pascolo" nutriente per le anime.
La Pulzella, più avanti, indicherà almeno periodicamente una serie di letture consigliate. Per esperienza, chi scrive, nelle centinaia di testi agiografici che ha letto, consiglia come criterio nella scelta delle Vite dei Santi, un piccolo accorgimento: scegliere sempre (o possibilmente) testi datati, con rispettivo imprimatur. Le moderne biografie dei Santi (LO VEDREMO A SUO TEMPO) sono viziate da una mentalità critica che si fonda su una impercettibile ma reale convinzione gnostica, che toglie a Dio la capacità di intervenire nel tempo e sulla materia. In parole povere, sono vite dei Santi che TACCIONO di proposito i miracoli (non a caso la nuova traduzione CEI utilizza la parola "segni").
La vita dei Santi nutre la nostra fede perché è la prova reale della possibilità di mettere in pratica quanto N. S. Gesù Cristo ci insegna nel Vangelo.
Diceva San Francesco di Sales che la differenza che passa tra il Vangelo e la vita dei santi è la stessa che passa tra una musica scritta e quella cantata!
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Per quanto riguarda il secondo punto, la Pulzella consiglia, dopo la Bibbia, di attingere a cose solide, fonti sane e limpide, e non ai vari teologi alla moda. Al Catechismo della Chiesa cattolica, al suo ammirabile Compendio voluto da Benedetto XVI, e all'insuperabile Catechismo di San Pio X, insuperabile per brevità, efficacia ed eleganza, il quale ha prodotto generazioni di anime belle.

Riguardo all'esperienza diretta di Dio, abbiamo già toccato e sviluppato il tema in un precedente articolo.

3) Apostolato spicciolo
Risultati immagini per don dolindo ruotoloUn santo prete napoletano, don Dolindo Ruotolo, praticava un apostolato assai stravagante quanto efficace: l'Apostolato dell'ombrello. Andando sempre in giro con un ombrello, in caso di pioggia poteva accompagnare, come un banale gesto di cortesia, le persone che ne erano prive, approfittando di quei pochi minuti per parlare loro di Gesù Cristo e della vita eterna; il Signore poi pensava a fargli incontrare le persone più bisognose.
Ecco fatto. Una bella dimostrazione dell' oportune et importune di cui parla San Paolo.
Questo è un buon rimedio per questi tempi di iniquità che laici e preti non dovrebbero lasciarsi sfuggire: diffondere sempre il regno di Dio, con una battuta, con un consiglio, una buona lettura, e con tutte le forme che la Carità (la virtù più fantasiosa) suggerirà loro.

NOTA
Alla Pulzella non importa di essere ammirata, importa piuttosto, attraverso qualsiasi mezzo, di far conoscere la sua voce, non per civetteria, ma perché sa quanto sia importante far circolare buone idee. Buone non perché sono sue, ma perché, da buona guerriera, sa che il "Regno di Dio patisce violenza ed i violenti se ne impadroniscono". CARI LETTORI, FATE CHE QUESTA VOCE POSSA CIRCOLARE PIU' CHE SIA POSSIBILE!

Jesus Christus laudetur

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