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domenica 3 gennaio 2016



Tu es sacerdos!

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Brevi cenni sul ruolo del prete secondo il Curato d'Ars



"Dio gli obbedisce: egli pronuncia due parole e Nostro Signore scende dal cielo alla sua voce e si rinchiude in una piccola ostia"; e ancora: "Tolto il sacramento dell'Ordine, noi non avremmo il Signore. Chi lo ha riposto là in quel tabernacolo? Il sacerdote. Chi ha accolto la vostra anima al primo entrare nella vita? Il sacerdote. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparerà a comparire innanzi a Dio, lavandola per l'ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se quest'anima viene a morire [per il peccato], chi la risusciterà, chi le renderà la calma e la pace? Ancora il sacerdote... Dopo Dio, il sacerdote è tutto!" (Saint Curé d' Ars)


Tra preti che se ne vanno in giro per la navata con una specie di monopattino elettrico e vescovi che celebrano la Messa vestiti e truccati da clown, sembra bello e opportuno riproporre queste brevi ed efficaci riflessioni del Santo Curato d' Ars.
Egli non è un prete pre- conciliare, un retaggio astratto di un passato lontano, no: egli è semplicemente un prete che "ha capito" qual'è la natura della missione che ogni prete deve compiere. Modernamente, diremmo che è uno che ha una profonda autocoscienza di sé e del suo ruolo di mediator Dei.
Tanti preti oggi purtroppo sono convinti che di Mediatore è già troppo che ce ne sia uno e che la loro missione sia qualcosa di esclusivamente sociale e organizzativa. La profonda autocoscienza del Curato d' Ars, che certamente non ha mai brillato come teoreta, è al contrario l'esempio evidente di cosa significa che la differenza tra un ministro ordinato e un laico non è solamente di grado, ma sostanziale, ontologica. E la migliore spiegazione di questa frase che a molti può sembrare astratta, San Giovanni M. Vianney ce la offre direttamente con la sua vita.

Pedagogicamente parlando, oggi ci troviamo difronte ad un problema: il "popolo di Dio" (categoria teologica particolarmente amata dopo il Vaticano II), che a differenza di come viene spesso trattato non è minorato mentalmente, si "accorge" quando un pastore AMA il suo gregge oppure no, si rende conto di quando la parola di un ministro trova un'eco profonda e una corrispondenza esatta nel suo cuore e con la sua condotta; l'animo del fedele medio sa quando il suo pastore "crede" a quello che dice, lo "sente", è un linguaggio non verbale ma preciso che fa parte del Sensus fidei fidelium. Capisce al contrario, quando uno fa il prete perché è il suo ruolo e quando fa il prete perché è prete. E se ne accorge alla pari di una classe elementare che si trova davanti una maestra svogliata che con stanchezza e per misericordia aspetta che suoni la campanella del mezzogiorno.

Per fortuna SOLO L'AMORE E' CREDIBILE. Le pecorelle dell'unico gregge di Cristo questo domandano, oggi: preti innamorati della loro missione, uomini che sappiano di essere "l' evidenza di Cristo", di agire e di amare nel suo Nome e attraverso il suo Cuore. L'esperienza dell'Amore oggi più che mai è disperatamente anelata, desiderata e quasi pretesa dagli uomini di Chiesa.

2 commenti:

  1. Sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedek, se lo dovrebbero ricordare un po' più spesso che sono ministri di Dio, non showmen o intrattenitori, imbonitori, amministratori di beni e quant'altro; purtroppo sono pochi quelli che danno l'idea di sentire dal profondo la missione di portare la Parola, con l'esempio personale, non tanto per dire qualche cosa durante la messa, vero che l'arte omiletica è cosa per pochissimi, ma almeno attingessero, senza andare troppo indietro nel tempo, ci sarebbe uno straordinario autore di omelie, vivente, Papa ancora e per sempre, per volere di Dio, invece di ripetere sciocchezzuole santamartiane che lasciano il tempo che trovano. Bell'articolo, la seguo sempre e passo il suo link. Auguri e coraggio!Thomas Becket.

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  2. I suoi auguri e incoraggiamenti ci sono molto preziosi. La lingua della Pulzella saprà essere ben più velenosa di quanto lo sia stata fino ad ora, nel senso che gli spunti che lei indica, verranno sviluppati sistematicamente. Il mondo e la chiesa si trovano all'ultimo atto di una tragica farsa. Ma lo vedremo cammin facendo. La Pulzella desidera un po' di pubblicità, non per orgoglio intellettuale, ma per diffondere il più possibile il suono di quella "vox clamantis". Per questo la ringraziamo! Preghiamo per questo umile strumento di cui si serve la Pulzella! Questa è carità intellettuale, altrettanto importante come sfamare un povero! (su questo argomento ci sarò un prox articolo)

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