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mercoledì 10 febbraio 2016





Omicidio sepolto nei silenzi 
della storia di regime





Da dove salta fuori lo sfacelo dell'europa (volutamente con la minuscola) contemporanea: storie di ordinaria adulterazione dei fatti studiati a scuola.


La Pulzella, come sempre, non ha la pretesa di fornire saggi storici né tanto meno quella di affrontare argomenti in maniera "scientifica" o critica; il tono della sua voce è pacato, il taglio dei suoi articoli è divulgativo.
Ciò non ostante essa vuole proporre temi poco noti per sottoporli alla curiosità e magari all'approfondimento personale dei suoi lettori.

Quello di cui vi parlerà questa volta è un episodio molto poco conosciuto e quasi per nulla studiato se non da una nicchia di storici: la morte di Rodolfo d'Asburgo, figlio dell'Imperatore Francesco Giuseppe e di Elisabetta di Baviera, nota al grande pubblico col nomignolo di Sissi.

Il nostro auspicio è quello che i nostri lettori poi possano approfondire queste tematiche CHE GETTANO UNA LUCE SINISTRA SULLA ATTUALE SITUAZIONE CIVILE ED ECCLESIASTICA.

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Il 30 gennaio 1889 i corpi dell'arciduca ed erede al trono Rodolfo e della giovane nobildonna Maria Vetsera furono ritrovati nella casina di caccia dalla quale presero il nome i tragici "fatti di Mayerling". 

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Una cronaca altalenante seguì i tragici eventi, nei quali notizie contraddittorie e fasulle si alternavano a smentite, fino al giorno in cui "assodato" il "suicidio" la Santa Sede dette il nulla osta ai funerali di stato con il celebre prottocollo della sepoltura nella cripta dei Cappuccini di Vienna, deroga accordata in quanto si fece leva sullo stato di alterazione mentale del giovane arciduca.

La Vetsera era già stata sepolta furtivamente nel cimitero di Heiligencreuz.
Per volere dell'imperatore poi, sulle vestigia della casina di caccia di Meyerling sorse un monastero carmelitano la cui preghiera e presenza silenziosa si eleva ancora oggi, come riparazione per quel sangue versato.

QUALCHE CURIOSA IPOTESI

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Sappiamo che al termine di curiose vicende ed inaspettati lutti, nel 1916 la corona imperiale andò a posarsi sul capo del Beato Carlo I, un esempio toccante e preclaro che unisce in sé tutti i crismi di un vero cristiano (nei fatti e nella verità) a quelli di un sapiente monarca, uomo di stato e padre dei sudditi, che seppe coniugare in maniera virtuosa il ruolo di uomo politico all'esempio coraggioso di una santità sopra le righe.

Aveva da pochi anni sposato una donna della sua stessa levatura umana e spirituale, che in nulla fu da meno del marito: Zita di Borbone Parma, oggi anch'ella Serva di Dio.
Come sappiamo, la storia su questa coppia di santi sposi E' TUTTA DA SCRIVERE. 
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Quello che sappiamo con certezza è questo: Zita sopravvisse alla fine prematura del suo sposo segnata dalla profonda ingiustizia, a lui uomo di pace e riconciliazione, di avere tolto CONTRO IL DIRITTO INTERNAZIONALE la Corona di Ungheria, oltre che quella imperiale, e dopo l'esilio in Portogallo, vittima della miseria e degli stenti.

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Ella morì, oblata benedettina, a 97 anni nel 1989, quasi a suggellare la fine della idiota utopia del comunismo che aveva ancora uno sciocco baluardo nel muro di Berlino.


Zita sul finire della sua vita, ornata più di dolori e di umile nascondimento che di onori, non ebbe vergogna di denunziare in Georges Clemenceau, infame politico MASSONE francese, il mandante dell'assassinio di Rodolfo del 1889.

Di Clemenceau, rimane celebre l'adagio nefasto: AUSTRIA DELENDA EST QUIA PAPALIS (l'Austria va eliminata perché è cattolica!).
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La massoneria francese avrebbe complottato per ribaltare la sorte di Francesco Giuseppe, vero ultimo baluardo all'espansione e alla conquista massonica dell'europa. 

Probabilmente Rodolfo, dopo essere stato ammaliato invano per cospirare ai danni del padre, non essendosi lasciato comprare dalle lusinghe perverse dei "Frères" muratori, fu tolto di mezzo, con l'intento di trascinare il vecchio imperatore in una guerra che lo avrebbe detronizzato.

LA MASSONERIA VOLEVA ANTICIPARE LA I GUERRA MONDIALE per ridisegnare geo- politicamente la fisionomia europea e per debellare uno scomodo muro cattolico non affiliabile ai propri malefici progetti, quello austriaco (che univa in maniera inscindibile trono e altare) come già era stato fatto per quanto riguarda l'unità d'italia (altra storia tutta da riscrivere). 
Risultati immagini per francesco giuseppeFrancesco Giuseppe per amore del suo popolo e conscio della grande responsabilità del suo augusto ruolo, preferì sacrificare l'onore proprio e del proprio figlio, pur di non trascinare l'impero in una guerra tenebrosa che dovette aspettare fino al 1914 per essere innescata. Con tutta probabilità tre solamente furono le persone a conoscenza di questo terribile segreto: Francesco Giuseppe, Leone XIII (ecco il perché del nulla osta esequiale) e il consuocero, il Re del Belgio, padre della nuora Stefania.

Quello che noi stiamo vivendo oggi, un'europa unita nel solo segno di una moneta, nella totale ASSENZA DI REALE DEMOCRAZIA, vittime di tecnocrati spudorati che stanno demolendo una civiltà costruita sul legno della Croce e sul sangue dei martiri cristiani, impasticcata e drogata di televisione ed inclinata al riconoscimento dei "diritti" dei sodomiti (la Pulzella è una nostalgica, lo sapete: la parola gay è troppo moderna per lei), affonda le sue radici nei lontani fatti di Meyerling. Oggi raccogliamo i frutti avvelenati di ciò che fu coltivato allora. 




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2 commenti:

  1. Comunque Rodolfo era intenzionato a rovesciare il trono del padre, era anti cattolico all'ennesima potenza, morfinomane e roso dalla sifilide, certo che fu un delitto di stato, Franz Josef era profondamente credente e l'ultimo erede del SRI, cui teneva moltissimo, scrisse diverse lettere al papa, ma vige il segreto di stato, Clemenceau fu uno dei padri della rovina d'Europa, l'altro lo fecero i cari compagni di loggia british. Sempre interessante leggerla, grazie.

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  2. L'onore di chi scrive è di avere lettori preparati e puntuali come lei.
    Grazie della sua presenza: ne siamo davvero riconoscenti!

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