IL TRATTORE DI PEPPONE,
L'ISIS E I MERCANTI DEL TEMPIO
Parlando dell'attentato di Nizza, ho ascoltato distrattamente la cronaca televisiva alla quale presto ben poca fiducia e mi è subito suonato piuttosto curioso il ritornello, cadenzato in ogni programma, che - in prima battuta - l'islam non c'entrasse affatto.
Non mi spiego cosa possa spingere uomini e donne (i giornalisti e i conduttori) che dovrebbero essere attenti osservatori della realtà, a spingersi tanto oltre nel voler negare l'evidenza. Poi per fortuna, nei giorni a seguire, l'isis stessa si è premurata di rivendicare l'attentato e fugare ogni non-ragionevole dubbio.
Alcune osservazioni spicciole:
1. Chi scrive, alcuni mesi or sono, ha speso (non direi punto investito) 50 euro nell'acquisto di un corano in lingua originale, con traslitterazione interlinea e traduzione italiana, il manuale più diffuso tra i mussulmani del nostro Paese.
Qualche imbecille (absit iniuria verbis) ha lo sfrontato coraggio di dire che nel testo sacro non sono presenti riferimenti di morte, di condanna e di proselitismo forzato e mediato dalla violenza... Commenterebbe il buon don Camillo di guareschiana memoria che di fronte al carro armato lasciato sotto la legnaia si voleva fare un carro agricolo "per gli orbi". E già questa pregiudiziale, buonista e stupida affermazione mi indispone profondamente: è evidente che chi la propala o è tonto o in malafede.
2. Si moltiplicano in questi giorni gli incontri e le richieste by partisan di preghiera per le vittime, mielosi messaggi (quanto scontati ormai?) di solidarietà alle vittime e famiglie ecc. ecc.
Ma nessuno che pronuncia il Nome di quel Dio che unico e vero e che occorre pregare: Nostro Signore Gesù Cristo, Re e Signore della vita e della storia.
3. Oltre che nel ridicolo (altra citazione di don Camillo), stiamo affogando in un panteismo naturalista e radical-chic che appiattisce tutte le differenze e dunque frantuma le identità. Almeno l'isis ha il coraggio di rivendicare ciò che è suo: una cultura di conquista e di morte.
Domanda dotta: QUOUSQUE TANDEM ABUTERE PATIENTIA NOSTRA?
Fino a quando ci lasceremo trattare da scemi??
...ai posteri l'ardua sentenza
ps. Nella forma extra-ordinaria del rito romano, quella che preferisco chiamare "la Messa di sempre", è risuonato questa domenica il Vangelo lucano che descrive almeno tre elementi:
a. il pianto del Signore sulla città santa che non lo ha accolto
b. la profezia della distruzione della stessa
c. la cacciata dei "mercanti nel tempio"
Quanto mai si adatta al nostro tempo questa pagina!
Come sempre... a buon intenditor poche parole
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