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mercoledì 30 dicembre 2015

L'anelito estetico

ossia

il desiderio dell'uomo di fare "esperienza" di Dio



Come primo articolo di questo neonato blog, ho voluto sviluppare qualcosa di generale, una tematica che faccia da sfondo a quelle che seguiranno, che ne sia in qualche modo la premessa e la conditio sine qua non, una sorta di 'elemento fondamentale', appunto.

Chi conserva memoria degli anni del liceo non può dimenticare quanto i professori di latino e greco abbiano insistito sull'incipit dei grandi poemi epici, detto appunto "accusativo epico", il modo, cioè, con cui gli autori solevano indicare in maniera più che sintetica la tematica che in quell'opera avrebbero poi sviluppato.
Ebbene, l'accusativo epico della Pulzella sta racchiuso in un pronome relativo che in modo apparentemente poco elegante e disadorno dà inizio alla prima lettera dell'Apostolo Giovanni. QUOD, ciò che.
In questo monosillabo risiede il riassunto di tutto quello che un cristiano degno di questo nome dovrebbe 'sentire'.

Leggiamo insieme l'incipit:

"Ciò che fu dal principio, ciò che ascoltammo, ciò che con i nostri occhi vedemmo, ciò che osservammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita: la vita infatti si era manifestata, l'abbiamo vista, ne rendiamo testimonianza e annunziamo a voi la vita eterna [...] queste cose vi scriviamo perché possiate gioire e perché la vostra gioia sia piena"

L'uomo, come tale, ha inscritto nel proprio tessuto ontologico la capacità di 'fare esperienza', cioè di relazionarsi attraverso i sensi con la realtà che lo circonda, di 'dialogare' con ciò che è 'altro da sé', la cosiddetta Alterità dei soggetti. 
La percezione di questa alterità , dunque, costituisce la "relazione", la quale determina assolutamente a sua volta l'identità.

Perché dunque il 'quod' di cui abbiamo appena parlato è l'accusativo epico della Pulzella?
Cosa ha a che fare con l'uomo?

Perché attraverso quel 'quod' scopriamo e andiamo alla radice di tutto l'insegnamento cristiano: Gesù Cristo!

E' questo che la voce della Pulzella vuole far risuonare potentemente nel deserto delle nostre città e villaggi tanto abituati all'indifferenza: Gesù Cristo non è un concetto astratto per i filosofi o per gli illuminati; non è una verità astrattamente gnostica che rimane incomunicabile o, tuttalpiù, comprensibile ai pochi.
 Egli è una Persona viva, anzi, la Persona per eccellenza. Questo annunciamo: Egli si è reso toccabile, udibile, esperibile insomma. E chi Lo incontra scopre il segreto della vera gioia e il senso della vita (ut gaudium vestrum impleatur, perché la vostra gioia sia piena!).

Nella lingua greca, il verbo 'aisthanomai', da cui la lingua italiana mutua la parola estetica, esprime l'esperienza e la percezione con i sensi. A buon diritto possiamo dire che il Dio di Gesù Cristo sia un Dio che per comunicare Sé medesimo e il suo amore, non rinuncia alla dimensione 'estetica', cioè della percezione, al rendersi percepibile, comprensibile, ma anzi, decide di comunicarsi all'uomo con il linguaggio che a lui è più proprio, il linguaggio dell'esperienza sensibile: questo è il Mistero dell'Incarnazione, l'atto cioè con cui Dio si comunica all'uomo diventando Uomo Egli stesso nel grembo verginale di Maria Santissima ed elevando lo stesso corpo umano  (chiamato spesso da san Giovanni sarx, carne) alla dignità sacramentale fino a scegliere di essere nostro cibo e nostro "contubernalis" nella Santissima Eucaristia.

Quanto l'uomo d'oggi, ma in particolare la nostra gioventù, cresciuta senza sogni e senza paradigmi, tremendamente assetata di senso e di bellezza ha bisogno di questo fondamentale annuncio!
Ogni uomo matura la propria identità e la propria autocoscienza a partire dall'incontro con l'Altro. 

Questa è la dimensione estetica che la Pulzella vuole svegliare nel cuore dei suoi lettori.
 Per rispondere a quell'anelito di senso, di verità e di bellezza che ci dice chi noi siamo e cosa siamo al mondo a fare, è necessario ripartire da Gesù Cristo, vero fondamento di qualsiasi estetica, cioè di qualsiasi percezione che l'uomo fa. 

                                                                  Sebastiano della Fonte
                                                          araldo della Pulzella

2 commenti:

  1. complimenti per questo impegno!!sia veramente un aiuto ad illuminare la strada di molti Cristiani,nella tradizione ed ortodossia Cattoliche.Vi sia anche la necessaria umiltà,tenerezza,amore che ci vengono tramandati come caratteristiche basilari dello stile di Cristo!!!

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    1. Grazie per le tue parole. Spero di rivederti presto tra i commenti di questo blog, un caro saluto!

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