"E in nessun altro vi è la salvezza"
(I parte)
(I parte)
" poiché non c’è
alcun altro Nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale
dobbiamo essere salvati»." (Att 4:12)
Qualche riflessione circa l'unicità salvifica di Cristo
Tra le tante idee errate figlie di un ecumenismo distorto troviamo il cosiddetto "sincretismo" religioso, la convinzione cioè dell'esistenza di un' unica entità divina chiamata in tanti modi diversi (quanti sono le fedi religiose), una sorta di diverse prospettive da cui si guarda allo stesso mistero e attraverso le quali è garantito l'accesso alla piena conoscenza del trascendente, sempre e senza condizioni. Intrinsecamente legato a ciò è il convincimento che ognuna di queste vie porti alla salvezza per l'uomo.
In estrema sintesi: TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA.
Alcune considerazioni:
- Il cristianesimo diventa "una tra le tante" voci presenti nel panorama religioso.
- la Salvezza è 'conditio sine qua non' per tutti.
- si svuota la Croce del suo carattere sacrificale e salvifico.
- l'idea della "apokatastasis panton", ossia un CONDONO GENERALE attraverso il quale si svuota l' inferno e tutti finiscono (volenti o nolenti) in una specie di eternità più simile all'idea omerica dell'Ade che a quella cristiana della vita eterna.
La Pulzella non vuole giocare a "fare il teologo"; quella che vi propone è una serie di considerazioni espresse in un linguaggio semplice e piano attraverso l'argomentazione fondata sul principio della evidenza.
Prima tra queste è la ferma convinzione che il cristianesimo non vada assolutamente etichettato come una "religione", definizione senz' altro appropriata ma che non ne esaurisce l' essenza e la portata. Non basta dirlo una serie di riti, parole e cerimonie, no. Esso è primariamente UN INCONTRO con una Persona viva, Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio.
Abituati come siamo a sentire che Dio parla a noi "attraverso la sua parola (scritta)", ossia la Bibbia, ci siamo dimenticati che tuttavia esistono altri modi attraverso i quali Egli parla e mediante i quali Lo possiamo incontrare. Tra questi la Scrittura non è nemmeno uno dei privilegiati (il Santo Curato d' Ars morì senza possedere una Bibbia intera in casa, e questo non ne ha punto pregiudicato la santità!).
Se pensiamo ai nostri primi incontri col Mistero di Cristo, non possiamo fare a meno di ricordare le preghiere che apprendemmo da bambini e di andare con la memoria ai volti di coloro che ci insegnavano a pregare: questi sono i primi "luoghi dello Spirito". Da qui passiamo attraverso la santa Messa, dove, magari un po' annoiati e forse poco consapevoli in quanto piccoli, abbiamo imparato ad aprirci al senso della trascendenza, seppure con gli strumenti che erano propri di quell'età, e a capire quella profonda differenza che passa tra la casa e la chiesa, una "casa di preghiera". Fino al giorno benedetto in cui Gesù stesso ci ha comunicato pienamente la sua vita divina nel mistero augusto della santa Eucaristia.
Queste sono dunque le principali tappe del nostro INCONTRO col Verbo di Dio, i passi mediante i quali abbiamo scoperto l' Altro da noi, attraverso i quali ci siamo aperti alla famosa percezione della "alterità" di cui abbiamo parlato altrove. Potremmo andare avanti ad elencare gli altri fori sacramentali, prima tra tutti la Confessione, per non parlare di quei doni soprannaturali in ordine alla comunicazione di qualche missione peculiare (le grazie "gratis datae" ecc.).
Già questa premessa è sufficiente per sottrarre il Cristianesimo da quel pelago infinitamente riduttivo che chiamiamo "le religioni".
Se la salvezza è aperta a tutti indistintamente e a prescindere dal loro credo e dalle loro opere, allora significa che che è inutile la Croce di Cristo, che il suo immolarsi vittima per sanare quella frattura tra il Padre celeste e l'umanità peccatrice non ha più nulla di salvifico.
Se ogni via porta al riscatto del non senso della morte e della separazione da Dio, vorrebbe dire allora mandare in frantumi l'intera opera dell'Incarnazione; significherebbe che Gesù avrebbe potuto fare a meno di prendere la carne dal grembo verginale di Maria Santissima.
Sappiamo al contrario che Gesù Cristo è l'unico mediatore tra Dio e gli uomini. Occorre ricordare con forza che la Santa Messa, vera e reale ripresentazione del sacrificio di Cristo che si offre come vittima e sacerdote all' Eterno Padre sull'erta del Calvario, NON è UN SEMPLICE RICORDO, e che possiede quattro scopi imprescindibili:
1) latreutico: ossia il più alto e nobile atto di adorazione con cui in Cristo l'umanità intera offre a Dio Uno e Trino l'omaggio della sua adorazione.
2) eucaristico: ossia l'umanità intera si associa al mistico inno di rendimento di grazie che Cristo a nome dei peccatori scioglie al padre (respice in laudes et satisfactiones quas in nomine peccatorum tibi persolvit; sono le parole dell'orazione delle Litanie del S. Cuore).
3) impetratorio: ossia la valenza salvifica mediante la quale Gesù colma quell'abisso e quell'offesa aperta per tutta l'umanità dal peccato di Adamo.
4) propiziatorio: ossia quell'aspetto per cui Gesù diventa "causa meritoria" per tutti gli uomini e ci dischiude i tesori della vita divina tramite il suo Cuore Sacratissimo semel apertum (aperto una volta per tutte) come nostra via e porta al Cielo.
Questo è il Credo cattolico e questa è LA REALTA'. Questo è quello che misconosciamo e apostaticamente gettiamo alle ortiche attraverso un sincretismo che puzza di idolatria.
Se ogni via porta al riscatto del non senso della morte e della separazione da Dio, vorrebbe dire allora mandare in frantumi l'intera opera dell'Incarnazione; significherebbe che Gesù avrebbe potuto fare a meno di prendere la carne dal grembo verginale di Maria Santissima.
Sappiamo al contrario che Gesù Cristo è l'unico mediatore tra Dio e gli uomini. Occorre ricordare con forza che la Santa Messa, vera e reale ripresentazione del sacrificio di Cristo che si offre come vittima e sacerdote all' Eterno Padre sull'erta del Calvario, NON è UN SEMPLICE RICORDO, e che possiede quattro scopi imprescindibili:
1) latreutico: ossia il più alto e nobile atto di adorazione con cui in Cristo l'umanità intera offre a Dio Uno e Trino l'omaggio della sua adorazione.
2) eucaristico: ossia l'umanità intera si associa al mistico inno di rendimento di grazie che Cristo a nome dei peccatori scioglie al padre (respice in laudes et satisfactiones quas in nomine peccatorum tibi persolvit; sono le parole dell'orazione delle Litanie del S. Cuore).
3) impetratorio: ossia la valenza salvifica mediante la quale Gesù colma quell'abisso e quell'offesa aperta per tutta l'umanità dal peccato di Adamo.
4) propiziatorio: ossia quell'aspetto per cui Gesù diventa "causa meritoria" per tutti gli uomini e ci dischiude i tesori della vita divina tramite il suo Cuore Sacratissimo semel apertum (aperto una volta per tutte) come nostra via e porta al Cielo.
Questo è il Credo cattolico e questa è LA REALTA'. Questo è quello che misconosciamo e apostaticamente gettiamo alle ortiche attraverso un sincretismo che puzza di idolatria.
La Mancanza di fede in quello che abbiamo appena enunciato E' LA PRINCIPALE RESPONSABILE di tante Messe celebrate male! Di tanti indegni spettacoli che occupano le nostre chiese, sbeffeggiando e dileggiando il Sacrificio di Cristo e infischiandosene del bene delle anime e della fede pura e semplice che nei secoli ha edificato a Dio Ottimo Massimo (D. O. M. come sta scritto su tante facciate di chiese) luoghi di culto, quello vero, e non teatri di second'ordine nei quali mettere in scena la propria interpretazione dell'evento storico dell'ultima cena!
Terza e ultima considerazione: Gesù nei Vangeli parla più di ottanta volte dell'inferno e del demonio... Forse che il Verbo divino voleva sprecare fiato ??? Cari teologi di avanguardia, meditate su questo punto! Non sono figure retoriche o artifici letterari schedabili e classificabili dalla critica testuale quelli con cui Cristo mette in guardia l'uomo da quei nemici che dopo il corpo hanno il potere di far perire anche l'anima!
Dalla predicazione oggi è scomparso quasi dovunque il ricordo del NOSTRO DESTINO ETERNO, ma queste sono le realtà della nostra fede e GUAI a quei pastori che le tacciono. Questo è IMPUGNARE LA VERITA' CONOSCIUTA.
Continua... II parte in preparazione
Terza e ultima considerazione: Gesù nei Vangeli parla più di ottanta volte dell'inferno e del demonio... Forse che il Verbo divino voleva sprecare fiato ??? Cari teologi di avanguardia, meditate su questo punto! Non sono figure retoriche o artifici letterari schedabili e classificabili dalla critica testuale quelli con cui Cristo mette in guardia l'uomo da quei nemici che dopo il corpo hanno il potere di far perire anche l'anima!
Dalla predicazione oggi è scomparso quasi dovunque il ricordo del NOSTRO DESTINO ETERNO, ma queste sono le realtà della nostra fede e GUAI a quei pastori che le tacciono. Questo è IMPUGNARE LA VERITA' CONOSCIUTA.
Continua... II parte in preparazione
Quando tutto è relativo, tutto diventa un'opzione fra tante e si sceglie sempre quella che fa più comodo.....panta rei; la foto del clown è micidiale fa il paio col naso rosso del dibiancovestito in piazza, che tristezza!
RispondiEliminaHa ragione quando dice che si sceglie sempre la parte più comoda; e, citando Eraclito (panta rei), io che pure sono un convinto discepolo di parmenide (principio di non contraddizione), spero che davvero questo triste frangente "scorra" via e lasci spazio a congiunture migliori!
RispondiEliminaPer un sentimento di cristiana pietà volutamente evito di pubblicare immagini italiane o di persone troppo note, solamente per un dovere di carità che mi spinge (ancora!) a salvaguardare l'onore di qualche pastore... non me decet aliud dicere!!!